TESTIMONIANZA di Piero Scarognina (medico)

L’otto settembre del ’43 mi trovavo a Luserna in seguito al trasferimento della sezione chirurgica, dovuta al bombardamento dell’Ospedale Mauriziano di Torino, dove prestavo servizio.
Nella Val Luserna, si era insediata, dopo pochi mesi, la Brigata Partigiana Garibaldi, che aveva incominciato subito la sua attività di guerriglia contro le truppe tedesche insediate a Torre Pellice e repubblichine a Luserna Alta, per controllare e reprimere con ogni mezzo i cosiddetti ribelli.
Il periodo fra la primavera del ’44 e quella del ’45 fu particolarmente pesante per rastrellamenti e scontri fra le due parti.
I feriti partigiani venivano curati nelle postazioni, e, per i casi più importanti, fui interpellato dal Comando per prestare assistenza.
Questa mia attività era probabilmente sospettata dal comando repubblichino di Luserna.
Me ne ha data la conferma un episodio verificatosi mentre, in bicicletta, mi recavo al Ponte Vecchio.
Alla Maddalena venni fermato da una ronda.
L’ufficiale che la comandava, rivolgendosi a me con un sorriso beffardo: ”Dottore, va a fare visite in montagna?”
“Certo, le malattie non hanno confini”, risposi.
"Neppure le ferite!”, risponde lui.
Continuai a pedalare.
Numerosi e non sempre facili furono gli interventi.
Ne ricordo alcuni.
Un giorno venni chiamato per visitare un partigiano che aveva avuto una brutta ferita ad una gamba con frattura della tibia e ritenzione di proiettile.
Dopo sommaria medicazione, lo feci portare in ospedale per l’intervento (estrazione proiettile, riduzione frattura e gesso).
Breve degenza.
Dopo qualche giorno, venne trasferito dalla base all’infermeria di Bibiana.
In seguito ad una spiata, fu prelevato da una pattuglia tedesca del Comando di Pinerolo.
Con lui fu pure portato via il dottore Paolo Sandi, medico condotto di Bibiana e medico dell’infermeria, e portati entrambi a Mauthausen.
Il dottor Sandi tornò, minato nel fisico, ed è prematuramente deceduto.
Un altro caso: si trattava di un partigiano di origine francese ferito all’addome.
Ricoverato in ospedale sotto falso nome, e con diagnosi fasulla, operato e dimesso, riprese il suo posto.
Il rischio era grave sia per l’ospedale che per me, ma questo faceva parte del gioco.
Un terzo episodio si verificò in seguito ad un mitragliamento sulla collina di Luserna da parte di un aereo tedesco.
Si ebbero un morto e vari feriti curati in ospedale con buon esito.
Tutto questo è servito a qualcosa?
MA!