"LA VACCERA"
UN RIFUGIO TRA DUE VALLI...
E VALE LA PENA DI ‘SCONFINARE’!!!


PERCORSO: Partendo dalla Piazza S. Lorenzo di Angrogna, si svolta verso destra, in ripida ascesa, in direzione del villaggio di Vernè (mt.872), dove si può ammirare una delle numerose scuolette Beckwith presenti nella valle, e di Portacce d’Angrogna (mt.971), da dove, proseguendo sempre su strada asfaltata, si raggiunge il Colle Vaccera (mt.1461), che separa il vallone d’Angrogna in Val Pellice dal vallone di Pramollo in Val Chisone.
Sul colle si trova il rifugio omonimo, fondato nel 1985, aperto tutto l’anno e gestito dalla Cooperativa “Mount Servin”, cui si può accedere anche da Pramollo, ma solo nel periodo primaverile ed estivo con un percorso di circa Km. 22, attraverso San Germano, Rue, Crosasso, Faetto e Sangle, in mezzo ad una faggeta popolata da canori ciuffolotti, raggiungendo Pragiassaut (mt.1235), lungo un percorso affascinante per la presenza di betulle, frassini, larici, sorbi, ciliegi, arbusti di rododendro e mirtillo, fra i quali si muovono furtivamente, individuabili più che altro per il loro canto, cuculi e cince, e sotto i quali crescono in primavera anemoni ed in estate lamponi.

DESCRIZIONE: Nel periodo invernale il rifugio offre l’opportunità di praticare lo sci di fondo, con noleggio attrezzatura e presenza di qualificati maestri di sci; di provare l’ebbrezza della velocità sulla pista da bob; di abbronzarsi su comode sdraio; di gustare saporiti ed energetici manicaretti o di riscaldarsi con rivitalizzanti punch; di partecipare a gare sportive per esperti e principianti; nei mesi di giugno-luglio, i turisti possono essere coinvolti in escursioni o passeggiate, per “stakanov della ascensione” o per “camminatori tranquilli” che devono dosare le loro energie o per scolaresche alla scoperta del territorio: i primi saranno dirottati verso l’Infernet e la Cima Gran Truc (mt.2336) con un percorso di 3-4 ore; verso Ruà di Pramollo (mt.1124) in 1-2 ore; i secondi verso Prà del Torno (mt.1024) in 1 ora circa; al monte Servin (mt.1756) con una ascesa di ore 0,45; al monte Cialmetta (mt.1831) in circa ore 1,15; alla Punta Rognosa (mt.1325), in una sola ora.
Ci sono occasioni per tutti i gusti ed energie, ma sicuramente da non perdere è la digressione verso il Giardino Rostania, compreso tra le due valli, la Val Pellice e la Val Chisone, non molto lontano, solo Km. 5, dal Rifugio Vaccera, alla quota di mt. 1235, raggiungibile in circa 30 minuti di tragitto.
Sorto nel 1901, in ricordo del medico-biologo Edoardo Rostan, creatore della Società di Studi Valdesi, questo giardino botanico accoglie il visitatore con il suo cancello in legno e la sua recinzione poco vistosa e lo proietta in un mondo ombroso, fresco e ricco di silenzio, interrotto solo dai cinguettii di cince e ciuffolotti.
Per raggiungere il giardino si devono percorrere prati ricoperti in primavera di calta palustre, che colora tutto inaspettatamente di giallo, e in estate di erica dai fiori violacei o di genziane, dall’intenso colore blu. Intorno svettano faggi, che circondano la radura di Pragiassaut, dalla quale si gode un’ampia visuale sulla valle.
All’interno del giardino spicca per le sue pareti bianche e le persiane rosse la casa del custode e si possono ammirare aiuole, disposte su terrazzamenti a vari livelli, nelle quali sono state messe a dimora oltre 3000 piante appartenenti a circa 80 specie e cultivar, contrassegnate diligentemente da indicazioni con nomi scientifici.
E’ questo il risultato di un attento lavoro di recupero ad opera degli Amici della Rostania, iniziato nel 1966 e dell’Assessorato alla Montagna della Provincia di Torino nel 1989, dopo anni di abbandono che hanno disperso, con la complicità della seconda guerra mondiale, il patrimonio botanico preesistente, costituito da abeti bianchi e rossi, pini silvestri e maggiociondoli, faggi e pioppi tremuli, ciliegi e sorbi degli uccellatori.
All’interno del giardino spiccano alcune specie autoctone, come la Gentiana rostani e lo Hieracium rostani, che devono il loro nome al famoso studioso, il cui merito è stato anche quello di aver realizzato un erbario delle specie floristiche della valle, attualmente visibile presso l’Aula di Scienze del Liceo Valdese di Torre Pellice.