PERCORSO: Superato il centro di Rorà (mt. 952), si individua una doppia segnalazione per il rifugio Valanza, l’una in direzione del Parco Montano, sulla sinistra, e l’altra in direzione di Pian Pra sulla destra: è su quest’ultima che conviene dirigersi.
Percorsa una serie di tornanti in ripida salita, quando si trova la segnaletica per Rocca Rusa, Svirota, Uvert e Valanza, si svolta a sinistra in una stretta strada, asfaltata ancora per soli circa 200 metri.
In località Le Rivoire, in prossimità del Piccolo Tibet, una colonia estiva gestita da un guru di religione buddista, visibile sulla propria destra, inizia la strada sterrata a fondo naturale, a tratti dissestato e con qualche pietra emergente, che si inoltra in una fitta faggeta.
DESCRIZIONE: La carrareccia prosegue in falsopiano fino a raggiungere la borgata di Regardour (mt.1321), oltre la quale la vegetazione di latifoglie viene gradualmente sostituita da larici, da macchie di lamponi e mirtilli, da arbusti di rododendri e rose canine.
Dopo aver percorso circa Km. 2, ci si può dissetare alla Fontana Viet, una vasca in pietra sulla destra del tracciato, seminascosta dalla rigogliosa vegetazione spontanea, nella quale affluisce fresca acqua sorgiva e quindi proseguire fino alle Bergerie degli Uvert, con i tetti di lose, visibili dopo circa Km. 1,5 di ulteriore percorso, dalle quali è possibile spaziare con lo sguardo sulla vallata sottostante o sulle distese di prati punteggiati da viole e su cui pascolano placidamente, fra radi larici, mucche dai sonori campanacci. Da questo punto, la strada inizia ad inerpicarsi con numerosi tornanti che conducono ad un lungo rettilineo che costeggia la Punta del Fin (mt. 586) e rilievi erbosi su cui pascolano liberamente capre selvatiche e dal quale si può scorgere in lontananza il Rifugio Valanza (mt. 1748) con la scritta tricolore “W gli Alpini” e la bandiera italiana.
E’ un luogo unico: il visitatore può spaziare con lo sguardo sul vallone di Rorà, con le sue abitazioni arroccate sui pendii, su un suggestivo scorcio della Valle del Torrente Luserna oppure ammirare la catena alpina con le vette del Frioland (mt. 2720), del Monte Cavallo (mt.2153) e del Bric Valanza (mt. 1890).
Se il cielo è terso, e purtroppo non capita spesso, il paesaggio è di una bellezza mozzafiato: se è l’inizio dell’estate (giugno), c’è una rossa fioritura di rododendri; se è agosto inoltrato, macchie di rossi lamponi si offrono ai più golosi e, nelle fasi intermedie, erica, erica ed ancora erica, con le sue intense pennellate viola.
Il rifugio, piccola struttura a due piani gestita da privati, con la sua tettoia per riparare dal sole, i tavoli per mangiare in comune all’aperto, il salone con panche e tavoli rustici ed una rassicurante stufa a legna per i giorni più freddi, il balcone fiorito, la cucina da cui partono aromi invitanti, è un approdo rassicurante ed accogliente per il riposo dei camminatori e degli appassionati di mountain bike.
Dal rifugio partono due sentieri, uno conduce a Pian Frollero e l’altro al Parco Montano di Rorà (mt.1168).
Per escursionisti esperti e resistenti sono possibili le risalite verso il monte Cavallo, che separa il Vallone di Luserna da quello di Liussa, per godersi il panorama sulla media ed alta Val Pellice, o verso il monte Frioland, raggiungibile con una risalita di alcune ore, per ammirare il gruppo del Monviso, le cime della Val Pellice e le vallate sottostanti.
Per tutti gli altri è possibile imboccare il sentiero GTA che, fra arbusti di rododendro, lampone e ginepro, conduce al fontanile di Fontanefredde (mt.1771), raggiungibile con circa 30 minuti di percorso tra pascoli e vicino al quale in primavera è un trionfo di crochi bianchi e viola.
Lungo il percorso ci si può dissetare con acqua cristallina e piacevolmente ghiacciata presso una sorgente con vasca in pietra e poi risalire ai bordi di un macereto per toccare un pianoro che ripaga per la splendida visuale sul sottostante alpeggio di La Palà (mt.1623) e Pian Frollero (mt.1423), disseminato di baite semidiroccate e così chiamato per la ricchezza di fragoline di bosco, dette “fròle” in dialetto.
Di fronte al pianoro, si staglia la struttura sciistica di Montoso (Rucas), sotto la quale sono visibili le zone delle cave di pietra, “corrosioni” della montagna ad opera del lavoro antico ed attuale dei Brusapere; mentre intorno svettano il Bric Valanza, il Frioland ed il Monte Cavallo, scabri ed imponenti.
Raggiunte Fontanefredde, è possibile una digressione sulla destra, segnalata da ometti in pietra, che si inerpica, ai fianchi di un macereto, verso una “ghiacciaia” naturale, cavità sotterranea nella quale è presente il ghiaccio in ogni stagione dell’anno.
Al ritorno, nei pressi del bivio per Fontanefredde, si può optare di non ripercorrere il tragitto dell’andata e, con un’agevole discesa verso La Palà, arrivare a Punta Cornur e scendere al Parco Montano, dal quale una strada asfaltata riporta a Rorà, consentendo di ammirare anche la cascata di Ciò la Vaccia.