TRA SERRE E GLI ODIN
FRAMMENTI DI STORIA E CULTURA VELDESE
IN ANGROGNA


ITINERARIO: Dalla piazza del capoluogo S. Lorenzo (mt.782) con strada asfaltata fino alla borgata Serre (mt. 847) e quindi, attraverso strada sterrata ben tenuta, ai prati di Chanforan, alla borgata degli Odin-Bertot ed alla Gheisa d’la Tana.

PERCORRIBILITA’: Percorso agevole, senza eccessiva pendenza, piacevolmente ombreggiato nella stagione estiva, ma con qualche difficoltà nel percorso che conduce alla Gheisa e nell’accesso alla stessa in caso di neve, durante la stagione invernale, ed in condizioni atmosferiche non favorevoli (nebbia o pioggia).

DESCRIZIONE: L’itinerario parte dalla Piazza San Lorenzo, cuore del capoluogo angrognino (anticamente “Ruà d’la Gheisa”), dove è visibile, di fronte alla fontana, sul muretto che fiancheggia la sede della cooperativa agricola del luogo, una prima traccia di un lontano passato, la “peiro d’la razun” o “pietra della ragione”, di forma cubica ed utilizzata come strumento punitivo per i debitori e per i colpevoli di piccoli reati, lì esposti alla pubblica riprovazione (gogna).
Si deve imboccare la strada asfaltata in direzione di Serre, che in dialetto vuol dire “cocuzzolo”, frazione caratteristica per le abitazioni in legno ed in pietra, circondata da boschi di latifoglie, castagneti e abeti.
A questo luogo è legata una nota leggenda, quella di un bambino testardo rapito da una “masca” o strega, e mai più ritrovato, perchè aveva disobbedito al divieto dei genitori di uscire di notte.
In Serre, ci si imbatte subito in un imponente tempio valdese, risalente al 1555 ed in una scuoletta Beckwith, sede del Museo della donna contadina, cui si può accedere chiedendo le chiavi ad uno degli abitanti della borgata.
Questo piccolo museo, sorto per iniziativa dell’Unione Femminile Valdese locale, presenta, attraverso fotografie ed oggetti, il ruolo che la donna valdese aveva nelle attività rurali e religiose della comunità angrognina: essa emerge come protagonista del lavoro casalingo, campestre e sociale.
Sono ricche di suggestione le immagini fotografiche che passano in rassegna la mietitura, la raccolta del fieno, delle castagne, la vendemmia...
Proseguendo lungo una stretta rotabile, ai fianchi della quale sorgono casolari, si arriva alla radura di Chanforan (Champ du Forum o Campo del Foro), dove sono visibili abeti rossi intorno all’obelisco in pietra che commemora il Sinodo del 1532, durante il quale i Valdesi aderirono alla Riforma di Martin Lutero, uscirono praticamente dalla clandestinità e deliberarono di dare alle stampe una versione della Bibbia tradotta in francese da Pietro Robert, detto Olivetano, copia della quale si trova nel Museo Valdese di Torre Pellice.
Continuando il percorso, si giunge ad uno spiazzo in cui sorge la scuoletta Beckwith della frazione degli Odin (mt. 846), poco fuori dall’abitato, nel quale fanno bella mostra di sè alcune abitazioni risalenti al 1600-1700.
E’ un museo istituito nel 1974, per celebrare l’ottavo centenario delle origini del Movimento valdese (1174).
Mediante una mulattiera ben tenuta che si snoda fra castagni secolari, si entra nel Coumbal del Vengie, fiancheggiato da pini strobo e percorso dal ruscello omonimo.
Inoltrandosi nel bosco di faggi e castagni, si trova la Gheisa d’la Tana, un anfratto naturale cui si accede per uno stretto cunicolo, dove la tradizione ricorda si radunassero i protestanti per sfuggire alle persecuzioni, durante il periodo della clandestinità nei secoli XV e XVII, ma soprattutto nel 1655.
L’ingresso di questo luogo, consacrato al culto nel 1928, presenta due lapidi commemorative, l’una celebra l’importanza dell’evento e l’altra la visita nel 1884 di Edmondo de Amicis, autore del libro “Alle porte d’Italia”. Sebbene non esista la certezza storica che questo fosse il luogo privilegiato come rifugio, la grotta presenta comunque interesse geologico ed è entrata a far parte dell’immaginario collettivo.

VARIANTE: Da San Lorenzo, in direzione Gheisa d’la Tana e Chanforan, si costeggia il tempio valdese, con relativo cimitero, del 1555, ricostruito totalmente nel 1708; mentre nella frazione Albarins, si possono visitare Chiesa e cimitero cattolici (la prima, del 1718, è dedicata a S. Lorenzo).
Se si percorre interamente il rettilineo su carrareccia a fondo naturale, si trova sulla sinistra una deviazione per il piccolo centro di Carlevà (mt. 856) e sulla destra per le borgate di Prassuit e Vernè (“prato asciutto” e “ontano” nel dialetto locale), luoghi legati a Janavel e Jahier, eroi valdesi ostili alle truppe sabaude che avevano causato i massacri delle Pasque Piemontesi. Sono luoghi ai quali si legano vicende storiche e sociali, come anche la presenza di una scuoletta Beckwith testimonia, ma anche leggende, come quella del licantropo o lupo mannaro, in cui si credeva si trasformassero gli uomini malvagi verso i loro simili.
Da Carlevà parte una carreggiabile che conduce alla Gheisa d’la Tana, al Coumbal del Vengie, agli Odin, a Chanforan e quindi a Serre.

VARIANTE AD ANELLO: Se da Serre si scende su strada asfaltata, fiancheggiando il torrente Angrogna, si supera il paese dei Bertot, si arriva alla curva della Cruisetta e si costeggia la Rocca Filoira o Rocca della fata, cui è legata la nota leggenda della “fantina” che avrebbe regalato la felicità e la fortuna a chi fosse riuscito, in una notte di primavera, a prendere il suo fuso pendente dalla roccia.
Superato il rio Vengie, si fiancheggia un’altra roccia “storica”, Rocca Simound, che deve il suo nome ad un valdese fatto precipitare di lì dalle truppe ducali durante le Pasque Piemontesi del 1655.
Infine si arriva a S. Lorenzo, punto di partenza del percorso.

CONSIGLI: Si suggerisce a chi voglia avere la possibilità di vedere “i vari frammenti di storia valdese” di questo itinerario, senza affaticarsi eccessivamente, il percorso che prevede un primo tratto in automezzo fino a Serre e poi una salutare e tonificante passeggiata (circa 1 ora) fra i boschi verso gli Odin e la Gheisa d’la Tana. Ai “camminatori” si suggerisce la variante, combinata con quella ad anello, che richiede al massimo 2 ore di percorso.