Storia del Museo Valdese di Rorà
Il Museo Valdese di Rorà, nella sua breve ma intensa storia, subisce un processo di evoluzione: da mostra di ricordi a casa-museo fino alla realizzazione di un centro centro museale vero e proprio.
Se la mostra di oggetti e documenti rorenghi allestita nel 1954 nella Scuola Vecchia ad opera del pastore Gustavo Bouchard attesta volontà di far sopravvivere la memoria storica del paese e di far cogliere il senso della “continuità”, la casa-museo nello stabile di Roberto Morel, già Tourn Boncoeur, dal 1965 al 1973, sotto la protezione della Società di Studi Valdesi,
favorisce l’ambientazione degli oggetti e dei documenti, al cui reperimento lavorano i coniugi Varese ed un gruppo di Rorenghi, che attuano accurate ricerche d’Archivio sulle famiglie locali.
Tra il 1974/’75 c’è stato, ad opera della Società di Studi Rorenghi, il trasferimento dei materiali nell’attuale sede, di proprietà della Chiesa Valdese, l’Albergo del Camoscio: è un vecchio e caratteristico stabile, forse il più antico del paese, un tempo abitazione di una famiglia contadina e, successivamente, albergo-locanda.
Ancor oggi è visibile, sul portone d’ingresso, caso isolato nell’architettura di Valle, la scritta “Hotel du chamois", affiancata dal disegno, ora scrostato ma riconoscibile, di due camosci marroni, e sormontata da uno stretto e lungo balcone.
Struttura dello stabile
L’edificio è a due piani e vi si accede attraverso un ampio portone, che immette nell’androne, dotato di soffitto a volta, del pianterreno, dove, a sinistra, si apre un locale ampio, anch’esso con soffitto a volta e pavimentazione di pietra, presumibilmente usato dalla famiglia contadina che abitava in questo edificio come stalla ( e la greppia sulla parete di destra lo confermerebbe) e dall’albergatore-oste forse come cantina. Attualmente presenta gli attrezzi e le diverse fasi della lavorazione della pietra di Luserna.
Sulla destra dell’androne, si apre un locale più piccolo, presumibilmente la stalla, dove sono conservati utensili agricoli.
L’accesso al primo piano avviene tramite una breve e ripida scala che immette in un ballatoio interno su cui si affacciano a sinistra due piccoli locali, forse camere da letto della vecchia locanda e a destra un grande locale, la cucina, con il suo imponente focolare ed il soffitto in legno.
Nel primo dei due piccoli locali sulla sinistra sono conservati oggetti legati alla tessitura, nel secondo è stata ambientata una scuoletta Beckwith.
Superata la cucina, si accede ad un piccolo centro di documentazione, che offre un’interessante sintesi della storia politico-religiosa di Rorà.
|
|