Torino, 27 febbraio 2001

Ho avuto occasione solo ora di vedere il lavoro che sotto la vostra guida hanno condotto sul tema della RESISTENZA i vostri allievi.
E' certamente un lavoro realizzato con grande impegno, non solo per la raccolta del materiale ma molto per il capace impiego delle più moderne tecniche di comunicazione.
Grande merito di chi ha saputo istruire i ragazzi su modi così avanzati di espressione.
Ma la mia emozione (ho un'età per cui si può tornare ad emozionarsi) è di vedere come oggi avete ricordato fatti di tanti anni or sono che pensavo quasi dispersi nella memoria della gente, ma non dalla mia che ad alcuni di quei fatti ho partecipato.
Eravamo i primi a costituire il campo del SAP (così vivamente da voi ricordato).
C'ero al ponte dei Chabriol nello scontro con la colonna tedesca, e cadde mio cugino Sergio.
C'ero all'assedio della caserma di Bobbio quando dalla torretta della piazza la seconda notte ci tirarono bombe a mano, e quando dalla caserma della finanza passavamo la miccia a Poet che sul tetto tentava di far credere agli assediati che avevamo un mortaio (che per fortuna arrivò il giorno dopo per merito di quelli di Rio Cro), e quando con Prearo ne accogliemmo la resa, e quando la mattina dopo nel vallone sopra la caserma la nebbia ci salvò (con Prearo, Salmoni, ecc.) dai pattuglioni nemici che a mezza costa ci avevano sorpreso.
Tutte queste cose ho visto ricordate nel vostro stupendo lavoro e per cui vi sono infinitamente grato.
Qualora possa esservi utile sappiate che sono a disposizione dei vostri ragazzi, che mi sarebbe simpatico conoscere, per eventuali ulteriori informazioni. E grazie a Voi che state consegnando ai giovani un pezzo di quella storia perché così a noi sopravviverà.
A Voi ed ai vostri allievi un affettuoso saluto.

Giorgio Diena