NOTIZIE STORICHE
Fondato nel 1889, in occasione della celebrazione del 2° centenario del Glorioso Rimpatrio, è stato ristrutturato ed ampliato nel 1939, nel 1974 e nel 1989.
La sua sede definitiva è nei locali del Convitto Valdese, sorto nel 1922 in memoria dei caduti della prima guerra mondiale per aiutare gli orfani.
STRUTTURA
Comprende due sezioni, storica ed etnografica: la prima è collocata al primo piano e documenta otto secoli di Storia Valdese (dalle origini del movimento fino ai nostri giorni, attraverso la Riforma, la Controriforma, le guerre di religione del 1500 e 1600, la vita del "ghetto", le libertà conquistate nel 1700, l'evangelizzazione in Italia, l'emigrazione); la seconda, inaugurata nel 1991, è collocata nel seminterrato ed illustra fatti, usanze e tradizioni della realtà sociale delle Valli Valdesi.
SEZIONE STORICA
Percorrere le sale del Museo storico valdese vuol dire fare un tuffo nella storia ed una lunga "navigazione" di otto secoli densi di eventi e personaggi.
La vicenda valdese è presentata con scopo chiaramente didattico, ma il metodo utilizzato non è privo di fascino, perché impiega pannelli di informazioni, sormontati da titoli su strisce colorate, divisi per sezioni, dalle origini del movimento ad oggi.
Ci si trova di fronte ad una serie di sezioni, relative a grandi momenti o eventi storici:
- Medioevo
- Riforma Protestante
- Controriforma
- Guerre di religione del 1500 e 1600
- Vita nel "ghetto"
- Esilio e Glorioso Rimpatrio
- Libertà conquistate nel 1700
- Evangelizzazione in Italia
- Storia valdese dei nostri giorni.
Il tutto è illustrato con immagini fotografiche, sequenze tratte da un film in bianco e nero delle Chiese Valdesi del 1924, cartine, plastici, ricostruzioni di ambienti, bacheche con armi e libri, oggetti di personaggi famosi, ritratti.
SEZIONE ETNOGRAFICA
In questo museo, al visitatore viene offerta l'occasione per riscoprire "l'altra" storia, quella quotidiana, fatta di lavoro, scuola, attività legate alle stagioni, cicli della vita; in altri termini la quotidiana esistenza di contadini di montagna quali furono i Valdesi.
Ci si imbatte in ricostruzioni di interni di abitazioni: la stalla, la cucina, la camera, la cantina; si possono osservare materiali da lavoro relativi alle attività nella vigna, nei campi di grano, nei prati, nei castagneti; si possono ammirare, contenuti in bacheche, costumi maschili e femminili locali oppure, disposti intorno ad una vecchia sedia a dondolo, attrezzi in legno tipicamente femminili, quali fusi ed arcolai.
Ogni ambiente conserva il suo fascino antico: la stalla (mangiatoia, forconi, gioghi, sgabelli per mungere, museruole per i vitelli e arcolaio...) fa pensare alle sere d'inverno in cui i Valdesi si riunivano in simili ambienti per filare, raccontarsi leggende e riscaldarsi; la cucina (madia per il pane, mestoli e cucchiai di legno, padelle in talco, porta sale e mortai, vasi, piatti e scodelle in terracotta, zangola per il burro, paiolo per la polenta, tavolo e seggiole...) fa rivivere il calore di una cena con cibi poveri, ma genuini; la camera (letto, armadio, cassettoni per la biancheria, portalibri e libri, lavatoio, scaldino...) fa pensare al meritato riposo dopo ore di lavoro nei campi; la cantina (attrezzatura per la vinificazione, misuratori per vino in legno, torchio...) fa risentire l'aroma frizzante del vinello locale, i cui vitigni sono andati ormai irrimediabilmente distrutti...
Il vario materiale da lavoro (alveari in paglia e legno, basti per muli, carro snodato con assale, pressa rudimentale per sidro e per ricavare olio commestibile dalle noci, "taccule" forate per legare fascine o fieno...) riporta alla fatica ed alla capacità di confrontarsi quotidianamente con la natura difficile della montagna, ma mai avara di frutti.
Le bacheche con i costumi locali maschili e femminili, diventati ormai famosi nei depliants turistici, ci riportano l'immagine di montanari di Valle sobri e dignitosi.
E' un mondo "ricostruito", ma sarebbe più corretto dire "restituito", dove ogni oggetto racconta un frammento dell'umile storia di eroi del quotidiano.