Angrogna, capoluogo S. Lorenzo (mt.782), secondo il linguaggio celtico “acqua corrente”, è fra i comuni della Val Pellice il più esteso per territorio ed ingloba suggestive frazioni, quali Odin (mt. 846), Serre (mt. 847), Buonanotte (mt. 910), Pra del Torno (mt.1024), in un vallone appartato ed impervio, percorso dal tumultuoso torrente Angrogna.
Sul suo territorio sono rinvenibili affiancate tracce del passato che vanno dalle
preistoriche incisioni rupestri liguri e celtiche (coppelle, canaletti, simboli sessuali, croci nelle zone della Rocciaglia, del Bagnoou, di Buonanotte e di Pra del Torno), ai segni evidenti dell’adesione alla Riforma come la stele di Chanforan e la Gheisa d’la Tana o del dualismo religioso come la Parrocchiale di San Lorenzo (cattolica) ed il Tempio di San Lorenzo (valdese), con relativi cimiteri, che si fronteggiano e si contrappongono, fino ad arrivare ai vari templi valdesi di Serre, del Chabas e di Pra del Torno, espressione della resistenza della fede dei Religionari, o ai resti del cascinale del Bagnoou, rifugio di un nucleo partigiano durante la guerra di Liberazione.
Angrogna è un paese che vuol conservare la sua memoria: lo testimoniano strutture che sono state ideate al fine di conservare l’immagine ed i valori anche della storia più sommersa, più quotidiana: il Museo della Donna Contadina valdese nella frazione di Serre, un piccolo ambiente nel quale si concentrano in fotografie di grande impatto emotivo le fatiche, le energie inesauribili, la indispensabilità della donna contadina, divisa tra casa, campi e collettività; la scuoletta Beckwith degli Odin-Bertot, che conserva intatta
l’atmosfera e le suppellettili di una piccola scuola quartierale; il Coulege dei Barba a Pra del Torno, tanto simile ad una baita con i muri di pietra ed il tetto di lose, ma irradiante il senso del raccoglimento, della riflessione, della umana meditazione di chi si preparava a diventare pastore, protetto dalla frescura e dal silenzio o, per finire, il Museo dei Pons, invenzione amorosa di un privato, ma custodito dall’intera borgata e custode delle tracce del quotidiano vivere contadino.
Se i richiami per la memoria storica sono forti in Angrogna, non meno suggestive sono le opportunità di contatto con le bellezze naturalistiche, coglibili un po’ ovunque, ma in particolare all’agriturismo-rifugio “Barfè”, anche posto tappa del GTA, da cui si possono effettuare ristoratrici passeggiate nel verde e dove si possono gustare prodotti tipici o acquistare miele e sidro.
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