Bricherasio (mt. 366), porta della Val Pellice, popolata da oltre 4000 abitanti, offre al turista un ventaglio interessante di possibilità.
Si può scoprire il centro storico, nel quale cogliere intrecci suggestivi tra passato e presente e da cui partire per ammirare i palazzi Daneo e Cacherano delle antiche famiglie signorili o raggiungere, attraverso una ripida scalinata, la collina del castello da cui ammirare scorci paesaggistici.
Si possono visitare le frazioni della piana - Cappella Merli e Cappella Moreri - raccolte attorno a piccole chiese, testimonianza, come molti piloni votivi, di cultura e fede cattolica radicate nella popolazione locale, ed immergersi in una campagna ricca di mais, alberi da frutto e vigneti, produttiva e ordinata.
Si può scegliere di raggiungere la zona collinare della frazione di San Michele, nella valletta del Chiamogna e sede del più antico insediamento, da cui inerpicarsi verso il poggio soleggiato ed arioso dove sorge la chiesa di Santa Caterina, luogo di osservazione privilegiato su una zona ricca di vigneti, fonte di ricchezza economica, e punto di partenza per la località I Piani, intrico di strade e sentieri avvolti da fitta vegetazione generosa in autunno di porcini, porcinelli e castagne.
La storia ci ricorda come nel passato le lotte di religione abbiano contrapposto i cattolici bricherariesi e i Religionari in scontri violenti: dall’assassinio del
predicatore Pavonio nel 1374, all’attacco nel 1593 del generale ugonotto Duca di Lesdiguières, inviato da Enrico IV di Francia ed aiutato dai valdesi contro i piemontesi, fino al 1655 quando profughi valdesi delle Pasque Piemontesi attaccarono le milizie ducali per vendetta contro i massacri del Marchese di Pianezza.
Nel presente, lo sviluppo di Bricherasio conferma la sua vocazione rurale: la viticoltura, la cerealicoltura e la frutticoltura ne rappresentano le risorse principali; mentre il pullulare di attività artigianali e commerciali e di piccole industrie ne attestano la maggior vicinanza, non solo in termini di percorso, all’area del Pinerolese e, forse, una volontà di omologazione.
Porta aperta o porta chiusa sulla Valle?
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