*** LA GIANAVELLA ***



IL NOME:
E’ un luogo simbolo della Resistenza valdese, perché si lega a Giosuè Janavel (1617-1690), che fu un tenace difensore di Rorà, suo luogo di origine, contro le truppe del Marchese di Pianezza e fu perseguitato dai cattolici che lo costrinsero a rifugiarsi a Ginevra, dove, durante la sua condizione di esule, elaborò il piano che avrebbe consentito ad Enrico Arnaud nel 1689 di attuare la “Gloriose Rentrée” o “Glorioso rimpatrio”.

LA STRUTTURA:
E’ un complesso, proprietà della tavola valdese dal 1959, immerso in una ombrosa pineta e costituito dal Liorato, o Gianavella superiore, in cui Janavel nacque, e dalla Gianavella inferiore, in cui visse e che oggi è in parte museo ed in parte foresteria, dove trovano ospitalità i turisti, soprattutto tedeschi.
C’è un portico ombroso di vecchie travi in legno poggianti su pilastri quadrangolari in pietra ed una solida porta di legno, attraverso la quale ci si immette in un ambiente fiocamente illuminato e ricco di fascino, nel quale si trova il famoso cunicolo-rifugio, utile in caso di pericolo per attacchi nemici, sul cui architrave è inciso il motto “W.G.G. 1660” che vuol dire “Viva Giosuè Gianavello 1660”.
Davanti al portico della Gianavella inferiore fa bella mostra di sé una pianta di circa trecento anni, tutti visibili nel tronco nodoso e contorto, chiamata “martel” (mirto? mortella?), che con la sua ombra sembra custodire i segreti di questa casa dei “Banditi”, come venivano definiti, con misto di paura ed ammirazione, i seguaci di Gianavello.
La facciata è anch’essa ombreggiata da un vecchio salice, ai cui piedi si trova una vecchia fontana scavata in un tronco d’albero.