Il fascino discreto di questo Comune (mt. 507), autonomo solo dal 1789, consiste nel mancato approdo dell’industrializzazione che, se ne ha impedito il decollo demografico ed economico (con la sola eccezione delle due aziende Sparea delle acque minerali e Turati dei filati), ne ha conservata intatta la bellezza naturale: prati verdeggianti costellati di cascinali, boschi misti di betulle, castagni e querce, macchie di abeti rossi, sottobosco ricco di brugo violaceo, di arbusti di mirtillo e, nella stagione autunnale, di profumati funghi porcini, esposti con orgoglio tra fine settembre ed inizio di Ottobre di ogni anno sotto i portici del Municipio durante la mostra del fungo.
La vocazione agricola del luogo ha favorito la conservazione della indiscutibile bellezza d’insieme; questo piccolo centro offre ai turisti attrattive artistiche e naturalistiche notevoli: il minuscolo capoluogo stretto attorno alla Parrocchiale (1847), in stile barocco e pianta a croce greca, di S. Antonio Abate, di cui si celebra la festa patronale il 17 gennaio; la cappella gentilizia (1450-1520) dedicata a S. Bernardino da Siena, collocata nel cimitero di campagna decentrato e raccolto, che presenta un ciclo di affreschi del XV-XVI secolo con una Madonna del Rosario e teorie di Santi collocati in nicchie; i tempietti rurali dedicati a San Bernardo (1831) e a San Rocco (1836), testimonianza della “radice cattolica” del Comune controllato dai Marchesi di Luserna, sotto il cui dominio le numerose famiglie valdesi presenti nel luogo ebbero un progressivo declino dal 1561 (Convenzione di Cavour) al 1655 (Pasque Piemontesi), fino alla totale sparizione; alcune incisioni paleolitiche (simboli cruciformi e figure antropomorfe) presenti su due steli all’ingresso di un cascinale nella località Enversin.
Non prive di fascino sono le numerose passeggiate lungo la “Strada Vista”, che si inerpica sulla destra del ponte in pietra del 1600 che collega il Comune a Luserna S. Giovanni e conduce in successione al Parco delle betulle, (mt. 686), meta di gitanti filo-natura e filo-gastronomia, che trovano un ampio spazio ombroso con tavoli in legno, struttura coperta e barbecue in pietra; alla “Casa del Gallo” nel bosco omonimo (mt. 780), interessante centro didattico in un nucleo di baite dai tetti di losa immerse in una fitta vegetazione di pini, castagni e betulle; a Pian Porcile (mt. 995), zona ariosa e prativa, da dove è possibile discendere verso Bibiana, attraverso stradine sterrate, con poca segnaletica, immerse in ombrosi castagneti, il cui sottobosco è generoso di castagne e di funghi.