Luserna San Giovanni (mt. 474), distante circa km. 50 da Torino, alla confluenza tra il Pellice ed il torrente Luserna, consente, attraverso il suo paesaggio e le sue costruzioni, una lettura della sua storia passata ed una scoperta delle sue attuali risorse economiche e sociali.
Gli elementi che suscitano interesse e che meritano un’attenta esplorazione sono il centro storico, nel quale si respira la suggestione di un’aria medievale; l’area residenziale e degli impianti produttivi, che è espressione dello sviluppo tecnologico e commerciale nel quale è stata coinvolta e che ha prodotto benessere e ricchezza ai suoi abitanti; la zona collinare e panoramica, nella quale si dipanano itinerari turistici tra boschi ed alberi da frutto, che fa da cornice al nucleo abitativo di San Giovanni, raccolto attorno all’omonima chiesa che fronteggia il tempio valdese, in una piazza ingentilita, al tempo della fioritura, dal viola di una pianta di glicine dal secolare tronco contorto.
Da ‘castrum’ romano a centro residenziale, commerciale e di transito, difeso da strutture murarie come la torre di S. Francesco, inglobata nel convento che fu prima dei Gesuiti (1583) e poi dei Francescani fino al 1800, vide lo sviluppo di artigianato, di attività e di incontri e fu sede di una famosa, frequentata ed internazionale fiera.
Luserna conobbe il suo exploit economico e politico tra XII-XVI secolo, come testimonia la realizzazione del castello ad opera dei Conti di Manfredi di Luserna (sec. XIII), ristrutturato in stile neogotico, ora sede religiosa con un imponente parco.
La piazza della Loggia del Mercato, il borgo vecchio con i suoi vicoli che si spingono fino alla campagna, i palazzi secenteschi, la Chiesa di Santa Croce ricreano un’atmosfera sospesa e fanno percepire la forte matrice ‘cattolica’ di questo comune, nel quale molti ordini religiosi , dagli Agostiniani ai Servi di Maria, dal tardo Medioevo al 1800, svolsero lavoro di formazione ed impressero la loro impronta nell’architettura sociale, nelle forme abitative, nelle strutture di transito, nella lingua e nel territorio in genere.
Se Luserna Alta è un borgo medievale, Airali (il capoluogo) e San Giovanni (antica roccaforte valdese) recano più evidenti tracce della rivoluzione industriale e dell’avanzata tecnologica: simbolo di grande slancio si coglie nel tempio valdese di S.Giovanni (1807), nel Nuovo Palazzo Comunale (1876), nelle cave di gneiss lamellare della zona ‘Seccarezze’, di proprietà comunale, nella realizzazione del filatoio di Pralafera (1833), nella nascita di una serie di fabbriche - raffineria del caolino per le porcellane, fabbrica di cioccolato, la futura Caffarel -, nella realizzazione della ferrovia, nell’alternanza di momenti di boom, di recessione, di migrazioni e di ritorni.
Oggi l’area industriale vede affiancate industrie d’avanguardia quali la Corcos e la Microtecnica e laboratori di lavorazione della pietra di Luserna, provenienti dalle cave del Mugniva, di Rocche Alte, di Fornell, di Chiafalco e di Pret.
Lo spirito agricolo e commerciale di Luserna, un tempo rappresentato da ditte vinicole in borgo Bellonatti o dalla attiva bachicoltura, è espresso oggi dalla Cooperativa Terranova con le sue confetture, conserve e miele o dal nuovo centro di vendita di prodotti di Valle, contrassegnati dal marchio d.o.c., o dagli agriturismi, quali "Il Bacomela" e "Lou Chardoun", impegnati in colture biologiche ed in attività di valorizzazione della natura.
Il dolce paesaggio della collina riserva a sua volta piacevoli sorprese: lungo la strada Panoramica, che collega Luserna a Torre Pellice, come da una balconata si può far spaziare lo sguardo sull’intera Valle; in zona Colletto (mt. 565), ricca di faggi, castagni e noccioli, si può scoprire il costruendo Osservatorio, dotato di un planetario che immerge ‘virtualmente’ nella volta celeste; da Piazza Canavero, abbellita da un gigantesco ippocastano, uno dei tanti ‘alberi della libertà’ di fine Settecento, si può percorrere un tratto del Sentiero naturalistico della Ghiandaia per individuare lungo il Pellice aironi cenerini o merli acquaioli, per raggiungere La Gianavella, per vedere i covatoi della Strada del Castello, dove nidificano cinciallegre, fringuelli e cince more, sui cui boschi volteggiano falchi o scendono rapide le ghiandaie.
La vita culturale lusernese è intensa e propone mostre, rievocazioni storiche come la celebrazione della Battaglia di Ponte Vecchio nel mese di marzo, simulazioni di interventi della Protezione civile e della Croce Rossa, manifestazioni sportive e musicali, il mercatino delle cose di altri tempi nel mese di luglio...